La ricerca iconografica per l’architettura: i motori di ricerca di immagini (2)

Qualche mese fa abbiamo cominciato a parlare di ricerca iconografica per l’architettura, riprendiamo oggi il discorso introducendo i motori di ricerca per le immagini.

Negli ultimi anni abbiamo assistito alla crescita progressiva di strumenti e di fonti per la ricerca accessibili tramite internet,  tuttavia le strategie che regolano il reperimento delle immagini su web rimangono più complesse rispetto alle altre risorse documentarie. Perchè?

Proviamo a capirne le cause:

  1. Inaccessibilità dei contenuti delle basi dati di immagini ai motori di ricerca perchè i motori non riescono a scandagliare tutti i contenuti della rete e sopratutto non riescono ad indicizzare il cosidetto “web sommerso” costituito proprio da basi dati, pagine create dinamicamente ecc. Per individuare le basi dati di immagini   il gruppo di ricerca TASI suggerisce di usare un motore di ricerca generale combinando un termine di soggetto ampio con le stringhe “image archive” “image collection”, “banca dati di immagini”.
  2. La qualità della descrizione non elevata condiziona negativamente il recupero delle immagini (ricordiamoci che i motori di ricerca cercano appunto parole associate ad immagini!).
  3. Percentuale di documenti accessibili on line è ancora molto ridotta rispetto a quelli disponibili per la consultazione locale.
  4. Difficoltà nella ricerca: “è richiesta la capacità di usare strumenti e strategie senza disporre di soluzioni semplici, occorre aver chiaro il tipo e l’immagine che si sta cercando, le sue finalità di impiego, i requisiti di qualità… Inoltre, si cerca una immagine oppure un’insieme di immagini? Considerando l’insieme delle variabili potremmo fare più correttamente uso in certi casi di un motore di ricerca, in altri di una directory, in altri ancora di un VRD di risorse di immagini, oppure in caso di risposta negativa chiedere aiuto ad una biblioteca per l’individuazione di ciò che si cerca”. Caterina Ferri, Stefano Gambari, Biblioteche di immagini tra condivisione e virtualità, “Biblioteche oggi”, n. 6, 2005, p. 44-60.

Fatta questa premessa, quali sono i più diffusi motori di ricerca per le immagini?

Piu’ della metà degli utenti della rete sembrano preferire Google immagini, perche?

  1. Ampiezza dell’archivio:  Google non ci dice con esattezza il numero di immagini indicizzate, ma da uno studio del JISC digital media, l’archivio sembra essere enorme, ben più grande di quello di Yahoo. Google limita la visione alle prime 1000 immagini ed in genere funziona bene il criterio di rilevanza, infatti riesce a presentare nelle prime 2 pagine le immagini che maggiormente rispondono ai criteri di ricerca.
  2. Ricerca facile e veloce.
  3. Possibilità di limitare la ricerca per tipi di contenuti (volti, foto, disegni ecc.) per colore dominante, per dimensioni.

Ma ci sono anche degli svantaggi:

  1. In Google immagini il recupero delle immagini avviene attraverso una “stringa di testo”, ossia con una ricerca effettuata con parole, quindi i risultati dipendono dalla qualità delle informazioni testuali associate all’immagine (nome del file immagine, testo in prossimità dell’immagine, titolo della pagina, attributo ALT nel codice HTML). In pratica i sofisticati algoritmi di Google non fanno altro che “indovinare” il contenuto delle immagini perché il linguaggio con cui ricercano non è quello dell’immagine.
  2. Google non indicizza tutte le immagine del web, non scandaglia il Web invisibile.
  3. A Google ci vogliono settimane per indicizzare l’intero web, per cui quando noi facciamo la ricerca di immagini non la facciamo sul web ma in archivi che inevitabilmente sono gia’ datati e che collegano la stringa di ricerca con thumbnail gia’ preconfezionate. Infatti vi sarà capitato di cliccare su tumbnails collegati a link non piu’ esistenti, oppure cercare in un sito proprio quella immagine che non esiste più.

Proviamo a fare una ricerca su Google immagini con Fallingwater house e Frank LLoyd Wright. Questa ricerca ci porta subito nel merito della qualità delle immagini (non tutte sono della stessa qualità e molte sono di scarsa qualità) e al problema del copyright. Infatti le immagini che troviamo su Google sono coperte dal copyright, solo una piccola parte sono libere e quindi utlilizzabili. In piu’ per capire se una immagine è tutelata ci vuole molto tempo perché dobbiamo entrare nel sito nel quale sono pubblicate e trovare le informazioni sul copyright. Se non troviamo informazioni  è necessario comunque chiedere l’autorizzazione di utilizzo al gestore del sito.

Segnaliamo ora altri motori per la ricerca di immagini ed indichiamo quei motori che utilizzano un archivio proprio da quelli che sfruttano archivi di altri motori:

Alcuni motori di ricerca di immagini con archivio proprio

… e altri che sfruttano gli archivi di altri motori

Alcune semplici indicazioni:

  • Ask è interessante per i suggerimenti per estendere o precisare la ricerca (provare con Fallingwater house);
  • Yahoo ha inglobato Flickr (sito per la condivisione di immagini) per cui molte immagini sono ricavate da questo archivio.

Che cosa sono i siti per la condivisione di immagini?

Sono siti in cui è possibile caricare su un server le foto in formato digitale e, più in generale, ogni tipo di file in formato immagine (jpg, png, gif) per poter essere visualizzato pubblicamente oppure no.

Esistono molti siti per la condivisione di immagini, il più famoso è Flickr, oppure anche Picasa di Google (che ora consente di condividere direttamente su Google+).

Soffermiamoci su  Flickr. Quali sono i vantaggi ?

  1. Chiunque può condividere le sue foto, dall’appassionato allo studente allo studioso!
  2. Se un utente carica le proprie immagini e non inserisce informazioni sul copyright, le immagini pubblicate su Flickr risultano automaticamente protette da copyright (ossia non è possibile usare la foto perchè tutti i diritti sono riservati). È però possibile pubblicare le proprie opere riservandosi solo alcuni diritti previsti dalla legge sul diritto d’autore, selezionando una delle licenze Creative Commons. In questo modo si può consentire, ad esempio, la copia, la riproduzione in pubblico o la modifica delle fotografie.
  3. Ricerca per gruppi: selezionando la modalità di ricerca per gruppi ed inserendo, ad esempio, la parola architettura abbiamo risultati interessanti come il gruppo sull’architettura contemporanea in Italia, oppure quello sull’architettura razionalista.

…e gli svantaggi

  1. Purtroppo chiunque pubblichi le foto potrà taggarle con qualsiasi parola e conseguentemente i nomi degli edifici potranno essere inseriti in qualsiasi lingua e non con il loro nome formale.
  2. La qualità delle foto è assai varia: da quelle scattate con la reflex digitale e cavalletto a quelle con il telefonino…

Per finire volevamo segnalare il progetto di Flickr intitolato The Commons al quale hanno aderito molte prestigiose istituzioni pubblicando alcune collezioni di fotografie o disegni conservate nei propri archivi a scopo promozionale. Ad esempio il Getty Institute ha pubblicato tre album contenenti cartoline dei primi del Novecento con immagini relative agli edifici di Algeri.

Nel prossimo post parleremo dei repertori di siti per la ricerca di immagini.

3 Responses to La ricerca iconografica per l’architettura: i motori di ricerca di immagini (2)

  1. […] prossimo post cominceremo ad analizzare le potenzialità della rete per la ricerca di immagini. Condividi questo […]

  2. webpage design ha detto:

    Your style is unique compared to other folks I’ve read stuff from. Thank you for posting when you have the opportunity, Guess I will just bookmark this web site.

  3. […] prossimo post cominceremo ad analizzare le potenzialità della rete per la ricerca di […]

Lascia un commento